Austria: cambia la parola, ma è un muro

L’Austria ha avviato la costruzione di una barriera al passo del Brennero per fermare un eventuale e straordinario flusso di migranti provenienti dall’Italia. La Commissione europea, per bocca della portavoce Natasha Bertaud, esprime preoccupazione per il materializzarsi di un tale piano che ostacola il principio della libera circolazione, principio fondamentale dell’Ue, mentre il cancelliere austriaco Werner Faymann, anche sotto la pressione delle imminenti elezioni, conferma che “il management di confine al Brennero e le nuove misure legislative sul diritto d’asilo non sono auspicabili, ma necessari e giusti”.

“Ritenevamo che il 1989 avesse segnato per sempre la fine dei muri dell’Europa moderna, quando la popolazione di Berlino si strinse di nuovo la mano dopo troppi anni di divisione. Ora è l’Austria che, pur sminuendo la drasticità della propria iniziativa definendola ‘management del confine’, ha deciso di costruire un nuovo muro, vicino all’Italia, frenando il cammino unitario dell’Europa”. Così si esprime padre Gianni Borin, superiore dei Missionari scalabriniani operanti in Europa e Africa. “Da quanto appreso a scuola – continua padre Borin – sappiamo che la storia crea i confini così come gli uomini di ogni tempo, preoccupati di definire chi si trova al di qua e chi al di là delle frontiere, quasi si trattasse di mondi alieni l’uno all’altro”.

I Missionari scalabriniani continuano, da un lato, a chiedere l’abbattimento di ogni muro, di ogni divisione o discriminazione come è ribadito costantemente, e a voce alta, da papa Francesco, e, dall’altro, a ripetere quanto già sancito nella prima parte della Carta di Lampedusa (2 febbraio 2014): “…non può essere accettata nessuna divisione tra gli esseri umani tesa a stabilire, di volta in volta, chi, a seconda del suo luogo di nascita e/o della sua cittadinanza, della sua condizione economica, giuridica e sociale, nonché delle necessità dei territori di arrivo, sia libero di spostarsi in base ai propri desideri e bisogni, chi possa farlo soltanto in base a un’autorizzazione, e chi, infine, per poter compiere quello stesso percorso, debba accettare di subire pratiche di discriminazione, di sfruttamento e violenza anche sessuali, di disumanizzazione e mercificazione, di confinamento della propria libertà personale, e di rischiare di perdere la propria vita”.

Per questo anche i Missionari scalabriniani chiedono che i Paesi membri dell’Ue modifichino l’approccio mostrato finora verso l’emergenza migratoria, collaborando davvero in forma unitaria per attuare al più presto il piano di redistribuzione dei migranti e richiedenti asilo in arrivo, di prendere atto in ultima analisi che l’Europa è chiamata ad essere sempre più multietnica, multiculturale e, per questo, più ricca.

Missionari di San Carlo – Scalabriniani (www.scalabrini.net)

_______________________________________________________________________________

Article by www.eurcom.org