Pozzallo ha accolto i sopravvissuti della ennesima tragedia occorsa nel Canale di Sicilia. Erano almeno in quaranta sul barcone affondato nel giro di un’ora giovedì 26 maggio. Sono oltre dodicimila i migranti sbarcati in una settimana. L’Onu: oltre 700 vittime negli ultimi tre naufragi.
“Il grido di chi, ancora in questi giorni, ha concluso troppo presto e con violenza la sua esistenza nel nostro Mediterraneo non ci da pace”, ha detto P. Gianni Borin, superiore dei missionari di San Carlo – Scalabriniani impegnati al fianco di migranti e rifugiati in Europa e Africa. “Le parole, però, sembrano al momento tutte inopportune: qui servono i fatti, perché le tante famiglie segnate per sempre da questi lutti siano sorrette nel continuare a guardare al futuro. Occorrono scelte politiche e umanitarie urgenti e sinergiche da parte dei paesi dell’Ue; serve un cambio di prospettiva per evitare che tutte queste vite spezzate restino solo un dolore privato di pochi o, peggio, di nessuno”.
In varie parti d’Italia si stanno organizzando in questi ultimi tempi veglie in memoria delle vittime del mare, e così stasera a Reggio Calabria, dove lo scalabriniano P. Bruno Mioli, responsabile dell’Ufficio Migrantes diocesano, è anche a capo del Coordinamento Ecclesiale per l’emergenza sbarchi. L’appuntamento fissato è per stasera alle ore 20,00 davanti alla chiesa di S.Maria del Buon Consiglio a Ravagnese. Il momento di riflessione e di preghiera per le vittime del mare vedrà presenti l’Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini e i rappresentanti delle comunità musulmane.
P. Borin ha concluso ricordando che “il Santo Padre ha evidenziato saggiamente che «I migranti non sono un pericolo, ma sono in pericolo»(sabato 29 maggio in un discorso ai ragazzi migranti accolti in Calabria n.d.r.) e l’auspicio che noi scalabriniani esprimiamo è di ricordarci, tutti, che l’essere nati da questo lato del mare, o del mondo se si vuole, non è un vanto, ma un impegno improrogabile all’azione che tocca le fibre umane, culturali e sociali di ogni cittadino europeo e di chi verrà dopo di noi”.
Roma, 30 maggio 2016