Inaugurazione di Casa Scalabrini a Roma: una manifestazione corale di accoglienza

Si è svolta oggi 24 ottobre l’inaugurazione di Casa Scalabrini, struttura di “seconda accoglienza” promossa dai Missionari Scalabriniani, Elemosineria Apostolica, Conferenza Episcopale Italiana, Fondazione Migrantes.

Alla presenza di oltre 150 persone, rappresentanti della grande famiglia scalabriniana, di volontari, membri di associazioni che si occupano di migranti e rifugiati, sacerdoti delle parrocchie territoriali, rappresentanti delle scuole del territorio del V municipio si è respirata una ventata di accoglienza dal tono spiccatamente familiare e colorata dal contributo di ognuno entrato a far parte della rete generatasi grazie al progetto. 

Le parole di P. Gianni Borin, superiore dei missionari scalabriniani in Europa e Africa hanno aperto la mattinata, sottolineando la scelta ponderata e profetica di iniziare un’attività di accoglienza a partire dalle buone pratiche già in atto in altre esperienze simili. Dopo la presentazione dettagliata da parte di P. Fabio Baggio del progetto “Comunità Accogliente Inclusiva” (C.A.I.) del quale Casa Scalabrini è una delle espressioni, ha preso la parola Sua Ecc.za Mons. Guerino Di Tora, presidente della Commissione per le Migrazioni della CEI e della Fondazione Migrantes, rimarcando lo stile adottato da Casa Scalabrini, quello di una accoglienza che offre spazio ad ogni ospite di esprimere se stesso con la sua peculiare cultura, mettendo in circolo la ricchezza di ciascuno. È intervenuto anche Sua Ecc.za Mons. Paolo Lojudice, già parroco di San Luca a Largo Preneste e quindi persona “di casa” nel quartiere, ed ora vescovo ausiliare della Diocesi di Roma: nel suo saluto ha sottolineato quanto il lavoro in rete sia fondamentale per la riuscita di progetti come questo. Anche gli uffici diocesani della Pastorale per le Migrazioni e della Caritas si sono resi presenti nelle persone di Mons. Pierpaolo Felicolo Mons. Enrico Feroci i quali hanno messo in luce da un lato come la Casa sia segno di integrazione nel territorio multiculturale come quello del V Municipio e dall’altro come la Chiesa sia impegnata in prima linea nella complessa accoglienza degli ultimi flussi di migrazione.

Il Comune di Roma, nella persona dell’assessore alle politiche sociali Francesca Danese, e il V Municipio, grazie alla presenza di Alessandro Rosi, incaricato locale del medesimo assessorato, hanno evidenziato il lavoro corale svolto nella preparazione del terreno per l’apertura di Casa Scalabrini, la complessità dell’ambiente culturale romano nel quale essa si colloca, ma anche il coraggio di testimoniare un’accoglienza non solo dignitosa, ma rispettosa delle 14 espressioni culturali che vi convivono. Marco Morelli, direttore progetti del Centro Astalli, ha spiegato come il positivo “gioco di squadra” instauratosi con l’equipe di Casa Scalabrini, ha dato e continua a dare buoni frutti nella corresponsabilità di una riposta concreta al fenomeno dei richiedenti asilo.

Mohamed Camara, uno degli ospiti, ha ripercorso con emozione le tappe del suo cammino, facendo sue anche i dolori e le speranze di tante persone incontrate lungo gli anni. La gratitudine espressa per lo stile di accoglienza che si vive nella struttura appena inaugurata è stata un tratto costante della sua testimonianza. P. Sandro Gazzola, superiore generale della Congregazione Scalabriniana, prima di scoprire la targa, memoriale della giornata odierna, ha concluso ricordando le parole del beato vescovo G. B. Scalabrini che, nei tempi della prima emigrazione italiana in massa si è interrogato sul da farsi ed ha scelto di operare “in rete”, mettendo in connessione Chiesa e laicato.

Una galleria di foto dell’evento è disponibile in allegato (© UCoS – Ufficio Comunicazione Scalabriniani). Roma, 25 ottobre 2015

Ufficio Stampa – Missionari di S. Carlo-Scalabriniani P. Gabriele Beltrami beltramigabriele@scalabrini.net