Roma, 17 novembre 2016 – In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia che si celebrerà il 20 novembre 2016, facciamo eco all’appello lanciato da Papa Francesco perché “si adotti ogni possibile misura per garantire ai minori migranti protezione e difesa”. In questi tempi di migrazioni umane di proporzioni epiche, “i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce”.
A quanto si legge in un recente rapporto del Fondo delle NU per l’Infanzia (UNICEF), nel mondo su ogni 200 bambini, uno sta crescendo da rifugiato. Dei 31 milioni di bambini che vivono al di fuori dei loro paesi di nascita, 11 milioni sono sfollati con la forza.
Le organizzazioni indicate in calce al presente documento si dichiarano solidali con tutti i bambini in movimento i cui diritti alla vita, allo studio e alla prosperità sono compromessi. Stiamo vivendo un momento critico della storia, in cui in tutto il mondo si va chiudendo violentemente l’accesso all’asilo. A ciò si aggiunga che l’incapacità delle diverse nazioni di affrontare le cause prime della fuga – conflitti, povertà e degrado ambientale – fa sì che il numero delle persone che fuggono cresca in misura esponenziale. Ciò incide inevitabilmente sul benessere e la protezione dei bambini sfollati. “I bambini sono i primi a soffrirne”, ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio, “subendo a volte torture e violenze corporali, che si accompagnano a quelle morali e psichiche, lasciando in essi dei segni quasi sempre indelebili”.
Soprattutto quando viaggiano non accompagnati, i minori migranti e rifugiati sono praticamente invisibili al mondo e costituiscono una facile preda per i trafficanti di ogni tipo, finendo spesso vittime di violenza sessuale. Sono anche a forte rischio di sfruttamento e abusi, tra cui il reclutamento in gruppi armati o di natura criminosa, il prelievo illegale di organi, lo sfruttamento sessuale organizzato, il lavoro minorile e il matrimonio precoce.
Nel 2015, il 68 percento di tutte le persone vittime di traffico di esseri umani era costituito da minori. Secondo stime fatte dall’Europol, in quest’ultimo biennio si sono perse le tracce di 10.000 bambini dopo il loro arrivo e registrazione presso le autorità europee, e si teme siano “caduti nelle mani dei cartelli del traffico organizzato”.
Di pari passo, i paesi in cui si cessa di rispettare il divieto universale di praticare il respingimento, punto cardinale della legge internazionale a tutela dei rifugiati e dei diritti umani, la vita dei minori è esposta a gravi rischi. La detenzione arbitraria e a tempo indeterminato di migranti di età minorile applicata in numerosi paesi di tutto il mondo è un’altra risposta inaccettabile al problema della migrazione. È, infatti, una concreta violazione della legge internazionale, come anche della normativa della Convenzione delle NU sui diritti dell’infanzia.
Situazioni emergenziali e crisi protratte nel tempo hanno determinato in tutto il mondo l’interruzione del processo educativo di 75 milioni di bambini. La mancata educazione dell’infanzia causata da un conflitto non è che una delle tante privazioni cui i bambini sono esposti nei faticosi viaggi che sono costretti a intraprendere. Garantire a tutti loro un adeguato accesso a un processo di apprendimento sicuro è fondamentale per impedire che si costituisca una cosiddetta generazione perduta di minori cui è stata negata la conoscenza. “A tutti i bambini spetta il diritto di essere bambini”, rivendica Maria, giovane rifugiata fuggita dalle violenze in atto in Kenya, che sta per iniziare in Italia il ciclo della scuola secondaria.
Chiediamo ai governi di:
Garantire la protezione dei bambini e del loro diritto di chiedere e ottenere asilo legalmente e in condizioni di sicurezza. Le politiche restrittive costringono rifugiati e migranti a optare per percorsi precari, con migliaia di perdite umane nell’attraversamento di mari e deserti. Creando canali di accesso sicuri e legali, prevedendo tra l’altro l’accesso ai visti umanitari, al reinsediamento e
facilitando il ricongiungimento familiare, si salverebbero vite e si ridurrebbe il traffico di esseri umani. Si darebbe così concretezza al Global Compact on Safe, Regular and Orderly Migration chiesto unanimemente da 193 paesi ONU in data 19 settembre 2016 in occasione del Summit dell’Assemblea Generale delle NU sui rifugiati e migranti.
Garantire ai bambini uno spazio vitale in cui crescere in pace e sicurezza, istituendo meccanismi di protezione e attuando migliori politiche di asilo. Va infatti rispettato il diritto dell’infanzia alla salute, a una casa, all’educazione, al counselling e trattamento psicologico, e ad attività ricreative.
Adottare e dare attuazione a leggi che pongano un freno alla domanda di percorsi migratori illegali e proteggano i migranti di età minorile da ogni forma di sfruttamento. L’adozione di accordi internazionali transfrontalieri impedirebbe il traffico di minori vittime di sfruttamento e faciliterebbe il ritorno in sicurezza di quelli che già lo sono stati. In particolare, applicare il Protocollo delle NU per la prevenzione, soppressione e punizione del traffico di esseri umani, integrativo della Convenzione delle NU contro la criminalità organizzata transnazionale e appoggiare l’istituzione del Meccanismo di revisione della Convenzione e relativi Protocolli. Ratificare e dare attuazione al Protocollo ILO sul lavoro forzato. Questi strumenti giuridici non devono in alcun modo penalizzare i minori vittime di traffico di esseri umani.
Promuovere l’istituzione di alternative alla detenzione, vale a dire ogni legge, politica o pratica che consenta alle persone di risiedere in una comunità senza incorrere in detenzione per motivi correlati alla migrazione
Dare attuazione all’esistente raccolta di ‘Principi’ internazionali, recentemente radunati dalle principali agenzie delle NU e organizzazioni della società civile al fine di generare un ampio consenso su un ristretto insieme di punti cardinali a tutela dei minori in movimento. Questi Principi, compendio coerente dei tanti strumenti giuridici di cui si dispone, dovrebbero migliorare la qualità della protezione su cui possono contare tutti i minori in movimento. Molti Principi hanno già carattere di obbligatorietà a livello governativo, però devono ancora essere messi in pratica appieno. Tenendo conto della legge internazionale esistente in materia e della situazione oggettiva dei minori migranti, i Principi recentemente approvati dalla Commissione delle NU per i lavoratori migranti dovrebbero influenzare la programmazione politica e fungere da guida rapida nell’applicazione delle misure giuridiche riguardanti i minori migranti.
Porre in atto un’azione concreta contraddistinta da un’equa condivisione delle responsabilità che faccia sì che gli stati aderenti alle NU puntino a rispettare gli obiettivi annuali per il reinsediamento dei gruppi vulnerabili, in particolare dei minori che fuggono da guerre.
Fare in modo che le nostre scuole, i meccanismi di attuazione, i campi rifugiati e le nazioni si rifiutino di trascurare ogni minore innocente che varchi i nostri confini.
Infine, dare protezione a tutti i minori migranti, anche a quelli eventualmente non rientranti nella definizione di rifugiati come da Convenzione del 1951, ma che comunque necessitano concretamente di protezione. Nelle parole di Papa Francesco, “Ognuno è prezioso, le persone sono più importanti delle cose e il valore di ogni istituzione si misura sul modo in cui tratta la vita e la dignità dell’essere umano, soprattutto in condizioni di vulnerabilità, come nel caso dei minori migranti”.
Caritas Internationalis
Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Santa Sede
International Catholic Migration Commission (ICMC)
Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati
Pax Christi International
Missionari Scalabriniani
Scalabrini International Migration Network (SIMN)
Talitha Kum – Unione Internazionale Superiore Generali/Unione Superiori Generali (UISG/USG)
World Union of Catholic Women’s Organizations (WUCWO)