Scalabriniani ed emergenza rifugiati: aperta una seconda struttura di accoglienza al Sud

Martedì 23 agosto 2016 sono arrivati i primi ospiti del nuovo C.A.R.A. SCALABRINI, sito a Siponto (FG), promosso dai Missionari Scalabriniani e dall’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS), in ideale continuità con la struttura già aperta a Roma per la terza accoglienza. L’edificio, in accordo con la prefettura, può accogliere 33 richiedenti asilo in una struttura adiacente all’attuale casa religiosa, già sede in passato di formazione seminariale per gli studenti delle scuole medie.

 

Padre Pio Finizio, Direttore della struttura e dell’Ufficio Migrantes per la Diocesi di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, sottolinea come “il progetto, in dialogo costante con i referenti preposti dallo Stato, metterà al centro l’attenzione alle singole persone accolte e garantirà ai 33 ospiti il clima il più possibile familiare che sarà costruito pazientemente insieme ai preziosi operatori che ci affiancano”.

La tipologia di accoglienza”, aggiunge p. Gianni Borin, superiore regionale dei missionari operanti in Europa e Africa, “sarà quella che avviene appena giunti nel nostro paese, ossia un C.A.R.A., ossia Centro d’Accoglienza Richiedenti Asilo, una struttura in cui vengono accolti i migranti che intendono chiedere la protezione internazionale. Noi garantiamo loro l’alloggio, i pasti, l’assistenza legale e sanitaria, l’interprete e i servizi psico-sociali lungo tutta la loro permanenza che è però variabile e non quantificabile”.

Nel C.A.R.A. SCALABRINI i migranti, che attualmente provengono da Eritrea, Sudan, Somalia, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone, Ghana e Camerun possono restare per il tempo necessario affinché una delle dieci commissioni territoriali, competenti per l’esame delle domande di asilo, esamini la loro richiesta di protezione internazionale. “La permanenza di ogni ospite dovrebbe essere, ce lo auguriamo, limitata al tempo strettamente necessario al successivo passo, ossia al trasferimento in strutture di seconda / terza accoglienza, come è il caso della nostra Casa Scalabrini 634 a Roma, per un efficace inserimento ed integrazione”, ha aggiunto p. Pio Finizio.

Dopo i flussi migratori che hanno visto partire gli italiani verso Europa e Stati Uniti, il territorio sipontino si ritrova, a partire dagli anni ’90, ad accogliere immigrati provenienti dal Nord e Centro Africa (Marocco, Algeria e Tunisia, Mali, Senegal), impiegati soprattutto nella raccolta di pomodori. Nel 2002 nascono i C.A.R.A. e nell’ex base aerea Nato di Borgo Mezzanone possono trovare posto 600-700 richiedenti, in attesa di riconoscimento. Accanto ad essi sorgono, però, anche i vari “ghetti”, luoghi sovraffollati e dalle condizioni di vita spesso disumane, ben noti alla cronaca. Anche in queste situazioni da 25 anni sono all’opera, in successive e variegate forme di servizio, i missionari scalabriniani nell’esperienza di campo “IO CI STO” (www.iocisto.org) che ogni estate raduna centinaia di giovani d’Italia e dall’Europa per un incontro con coetanei migranti e richiedenti asilo, costretti a lasciare il proprio paese.

 

Roma, 29 agosto 2016