1 Giugno 2021, festa del beato Scalabrini

Padre Chiarello, superiore generale scalabriniano: “Pronti a reinventare quanto lui ha iniziato”

Il 1 giugno 1905 moriva a Piacenza monsignor Giovanni Battista Scalabrini, fondatore della congregazione dei missionari di San Carlo. In occasione della festa del Padre dei migranti, il superiore generale della congregazione scalabriniana padre Leonir Chiarello riflette sulla figura del beato vescovo e sulla fondamentale chiamata dei missionari ad essere assistenti religiosi dei laici. Ecco alcuni estratti del suo messaggio dal titolo A cercare nuovo gregge.

La fondamentale collaborazione con i laici

«I missionari hanno continuato a spingersi oltre i confini, a cercare nuovo gregge. È una ricerca che non può fermarsi, perché i migranti continuano ad andare verso altri confini, e ci chiamano. In quest’anno dedicato all’annuncio, quell’annuncio che il Pastore grande ha chiesto che fosse portato sino ai confini della terra, si tratta di una chiamata che non possiamo ignorare. (…)

Non ci siamo chiamati da soli a lavorare nella vigna del Signore e i suoi confini non li abbiamo disegnati noi. Si tratta anche di ricordarci che il nostro ruolo è solo di servizio e il nostro è solo uno dei tanti ministeri che lo Spirito suscita nel popolo di Dio. È pertanto necessario saper collaborare con gli altri. I primi altri sono i laici, che hanno il loro ruolo specifico nella missione salvifica della Chiesa. Scalabrini lo sapeva bene e non occorre qui ricordare le varie iniziative che lui ha attuato con i laici».

Formazione, missione, organizzazione

«Il XV capitolo generale ha chiarito che il nostro ruolo è quello di assistenti religiosi dei laici. Sotto questo aspetto, dobbiamo lavorare in tre direzioni.

La formazione. Sono stati preparati i sussidi per la formazione dei laici, che contengono anche indicazioni metodologiche per lo svolgimento degli incontri. Si tratta di materiale di base, nelle varie lingue, che ogni assistente può sviluppare a seconda delle esigenze del gruppo e del contesto in cui ci si trova. (…) è bene ricordare che la formazione è anche incontro personale, confronto nel gruppo, lettura delle situazioni. È presenza a fianco di chi cerca di vivere in modo adulto il proprio battesimo. È testimonianza.

La missione. (…) Con la guida dell’assistente religioso, i laici diventano più coscienti del loro ruolo di fermento, “trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”, come ci ricorda la Lumen GentiumI laici non sono prestatori d’opera, ma compagni di viaggio nell’annuncio e testimonianza del Vangelo con i migranti, i rifugiati, i marittimi. (…)

L’organizzazione. (…) A livello generale, dato che viviamo in un mondo digitale, sarà conveniente crescere nella condivisione degli spazi di incontro, per maturare nella partecipazione al carisma scalabriniano, incrementare la circolazione delle iniziative, coinvolgersi nelle opportunità di intervento e favorire l’incontro tra le persone».

Fratelli catechisti

«Per noi scalabriniani l’iniziativa di Papa Francesco [che recentemente ha istituito il ministero laicale di catechista, ndr] è particolarmente significativa perché ci raccorda immediatamente con il nostro Fondatore, l’Apostolo del catechismo. Mentre ricordiamo il Fondatore nell’anno dell’annuncio, vediamo fondersi l’invito all’evangelizzazione dei figli della miseria e del lavoro, l’assistenza religiosa ai laici che condividono la missione tra i migranti, e la collaborazione con i catechisti, “i Fratelli catechisti” che Scalabrini aveva voluto fin dall’inizio.

(…) Non mancano i motivi per ammirare, nel giorno in cui ricordiamo la sua morte, la straordinaria attualità del beato Scalabrini e questo ci riempie di gioia. Ma ci deve anche spingere ad essere figli degni di tanto padre, pronti a reinventare quanto lui ha iniziato, a collaborare con chi incontriamo lungo il cammino, e ad alzare le tende per cercare nuovo gregge».

Fonte: http://www.scalabriniani.org/c365-attualita/1-giugno-2021-festa-del-beato-scalabrini/